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Ordine Ingegneri Province di PG e TR

Il mondo sarebbe un posto meraviglioso, se solo non ci fossero gli esseri umani.

Se la pensi così anche tu, c’è una buona probabilità che la tua professione sia quella dell’ingegnere – proprio come uno dei padri della moderna organizzazione del lavoro, quel famoso Ing. Fredrick W. Taylor che trovava i suoi simili estremamente irritanti, perché intrattabili, imprevedibili, difficilmente gestibili, e capaci, in breve, di inceppare il meccanismo perfetto della sua “organizzazione scientifica del lavoro”.

Architettura e Coaching

In una scelta di innovazione nei metodi formativi, l’Ordine degli Architetti di Perugia e la Fondazione Umbra per l'Architettura mi hanno coinvolto per progettare e gestire quattro iniziative di sviluppo delle competenze per il professionista che lavora, o intende lavorare, all’estero o con soggetti esteri sul territorio italiano. Prima dell’inizio degli incontri (previsto per Aprile 2019), ne approfitto per lanciare sul blog una riflessione su quali siano le competenze determinanti a tale scopo. Incidentalmente, la riflessione consente anche di “guardare nella scatola nera del coaching” e comprendere alcune differenze sostanziali tra questo metodo e la formazione “tradizionale”.

A volte siamo talmente influenzati dal sentito dire da perdere di vista completamente la realtà delle cose – o perlomeno da non considerare che, specialmente in campo economico ed occupazionale, i problemi del nostro Paese non sono esattamente come appaiono dai post su facebook.

Recentemente, ho vissuto un incontro nell’ambito della mia esperienza professionale di coach linguistico che mi fa pensare che la crisi dell’occupazione giovanile in Italia sia, tutto sommato, una fake news. Allora ho pensato di lanciare una sfida (o un appello, se vogliamo) per verificare se sia vero che “non c’è lavoro” o se, piuttosto, i problemi dell’occupazione giovanile in Italia siano diversi, o comunque non compresi fino in fondo.

Colloquio in inglese

 Eh si, il Bel Paese non è poi tanto bello dal punto di vista lavorativo. Naturale quindi che se possiedi un “pacchetto di competenze” di valore tu cerchi di trovare lavoro all’estero: hai il tuo Master o comunque un titolo di studio valido, magari hai qualche anno di esperienza lavorativa, magari hai già passato un periodo all’estero, magari il tuo inglese è ad un buon livello, e magari hai anche già fatto qualche colloquio in inglese…può non essere andato come speravi, ma hai inviato un bel po’ di CV in inglese e sai che qualcuno risponderà. Lo sai perché, contrariamente all’Italia, le competenze sono ricercate, all’estero. E tu le competenze, le hai.

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Aprite quella porta!

Appena riceverai l’invito ad un colloquio in inglese, sarai finalmente davanti ad una porta, quella verso una nuova fase della tua vita professionale. A quel punto, se hai la chiave giusta, la porta si aprirà e finalmente entrerai in un nuovo spazio, una nuova realtà lavorativa, un nuovo ventaglio di esperienze.