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La sfida delle competenze nelle professioni tecniche

Colloquio in inglese

 Eh si, il Bel Paese non è poi tanto bello dal punto di vista lavorativo. Naturale quindi che se possiedi un “pacchetto di competenze” di valore tu cerchi di trovare lavoro all’estero: hai il tuo Master o comunque un titolo di studio valido, magari hai qualche anno di esperienza lavorativa, magari hai già passato un periodo all’estero, magari il tuo inglese è ad un buon livello, e magari hai anche già fatto qualche colloquio in inglese…può non essere andato come speravi, ma hai inviato un bel po’ di CV in inglese e sai che qualcuno risponderà. Lo sai perché, contrariamente all’Italia, le competenze sono ricercate, all’estero. E tu le competenze, le hai.

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Aprite quella porta!

Appena riceverai l’invito ad un colloquio in inglese, sarai finalmente davanti ad una porta, quella verso una nuova fase della tua vita professionale. A quel punto, se hai la chiave giusta, la porta si aprirà e finalmente entrerai in un nuovo spazio, una nuova realtà lavorativa, un nuovo ventaglio di esperienze.

Quel momento arriverà, e lo sai perché non sei uno sprovveduto/a. Titoli, esperienza, studio, ci sono.

Però il tarlo scava: sto impiegando questo tempo di attesa al meglio? Mi sto preparando nel modo giusto?

Molti scelgono di dedicarsi a migliorare il loro inglese, magari con un corso. Molti, decidono di approfondire la loro conoscenza di come funzionano i colloqui di lavoro in inglese, le job interview, e quindi libri specialistici sul tema, o magari si fanno una scorpacciata di tutorial video su internet: “come superare il colloquio in inglese” “le dieci risposte da dare e da non dare alla job interview”, e così via.

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Ce l’hai, la chiave?

Pensi: presto mi siederò davanti all’intervistatore, e allora tutto cambierà. Rifletti sul fatto che la job interview certamente non sarà come te la immagini…….e a quel punto, il tarlo insiste: ma la chiave per aprire, ce l’hai veramente?

Cosa serve, veramente, per aprire la porta di un colloquio di lavoro, ed entrare in aziende o organizzazioni estere?

Da diversi anni la mia professione è quella del coach linguistico. Aiuto le persone a superare situazioni come quella del colloquio in inglese.

Per rispondere alla domanda, per capire se ti stai preparando al meglio per quel colloquio così importante per te, ti racconto una storiella di chiavi molto appropriata, la storia dell’ubriaco e del lampione. E te la racconto in inglese, in modo che tu possa anche valutare da solo il tuo livello in questa lingua.

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L’ubriaco sotto il lampione

A policeman sees a drunk man searching for something under a streetlight at night.

- “ What happened, did you lose something?”, he asks the drunkard.

- “Yes, I’ve lost my house keys”, replies the drunkard.

- “Let me help you”, says the policeman, and starts looking under the streetlight with him.

He looks, and looks, but after several minutes, the keys still can’t be found.

- “Are you sure you lost them here?”, asks the policeman.

And the drunk man replies: “no, I lost them over there, in the park!”.

- “So why are you looking for them here?”, asks the policeman, and the drunkard replies: “well, because the park is too dark, and this is where the light is!"

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Cerca nel posto giusto

Cosa dice la storia dell’ubriaco e del lampione?

Intanto ti dice che se hai sorriso, se hai capito la storia, il tuo inglese va bene così com’è. Investire ulteriormente nel migliorare il tuo inglese, con un tempo limitato a tua disposizione, non è una buona decisione. Come non lo è studiare ancora la tua materia professionale, o ingozzarsi di tutorial sui colloqui in inglese. Non lo è, e la storiella dell’ubriaco ti spiega anche perché: non cercare le chiavi sotto il lampione, cercale dove sono!

La chiave va cercata nel luogo giusto, non sotto il lampione!

…Rimettersi a studiare? …Migliorare l’inglese? …Memorizzare le risposte alle dieci domande più frequenti? …Impararsi le regolette tipo “guarda negli occhi il tuo intervistatore, non incrociare le gambe, non incrociare le braccia, stai dritto!”.

Da coach, e dalla mia esperienza ventennale nella Gestione delle Risorse Umane, permettimi di avere qualche dubbio. Prima di lavorare come coach linguistico, ho insegnato e fatto ricerca sulle risorse umane, sul management e sulla leadership per quasi vent’anni nelle maggiori business school italiane europee e americane, per cui due cosette sui colloqui di lavoro le conosco.

Per questo ho dei dubbi molto forti su questi modi di spendere il tuo tempo e le tue risorse per prepararti al colloquio in inglese.

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La chiave: allenarsi

Allora qual è la chiave per superare il colloquio in inglese?

Allenarsi.

Allenarsi a comunicare.

Allenarsi a interagire in una lingua non tua.

Allenarsi a entrare in contatto con uno sconosciuto, in inglese.

Soprattutto: allenarsi in una situazione il più possibile simile a quella che devi affrontare.

Tutorial, corsi d’inglese, o libri servono a poco, come allenamento: è la LEGGE DEI RENDIMENTI DECRESCENTI. Dopo un po’, ogni ora addizionale su questi temi aggiunge sempre meno alla tua preparazione (ovvio, se hai passato gli ultimi anni a giocare ai videogiochi, allora magari ti servono).

La chiave è: lo sai, come interagire al meglio con un intervistatore esperto, in una lingua che non è la tua? Ci hai investito del tempo, per allenarti a questo?

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La saggezza del tarlo

Il tarlo lo sa bene, come vanno le cose: appena entrerai nella stanza del colloquio, entrerai in una realtà differente. E in quella realtà, quello che hai studiato, le regolette che hai memorizzato…puff! Scompariranno e verrà fuori qualcos’altro. Viene fuori come sei veramente. A quel punto, quel che conta è trasmettere quello che sei, le competenze che possiedi. Gestire l’ansia. Comunicare con l’altro ed uscire avendo lasciato un’impressione positiva.

Queste, purtroppo (o per fortuna) non sono cose che s’imparano sui libri o dai tutorial: le chiavi vanno cercate dove stanno, non sotto al lampione.

Dov’è la chiave per superare una situazione? Nell’esperienza che hai di quella situazione.

Il modo migliore per prepararti al colloquio in inglese è…”prepararti al colloquio in inglese”. Non “allenare il tuo inglese”, allenati in inglese per il colloquio!

Fai questa esperienza e ripetila ancora. Provala, vivila con tutto quel che comporta e capisci come funziona quel particolare contesto.

La chiave non è l’inglese, ma l’esperienza del colloquio in inglese! Il TUO colloquio, non uno in generale. Il colloquio per quel particolare ruolo organizzativo per il quale sei professionalmente preparato/a, e per quella particolare azienda che ha dichiarato di cercare personale.

A questo punto, è legittimo chiedere: d’accordo, devo allenarmi, ma come? Come faccio a fare esperienza di quella situazione lì, del MIO colloquio in inglese?

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Allenarsi al colloquio con il metodo ReColl®

La mia risposta? Con il coaching linguistico: un allenamento personalizzato costruito seguendo un metodo specifico. Il metodo che impiego nella mia professione si chiama ReColl®: Reflexive Coaching for Linguistic Learning.

Come funziona il Coaching riflessivo per l’apprendimento linguistico?

Proviamo a spiegarlo velocemente (anche perché sta per uscire il libro sul metodo).

Uno: Il coach non è un insegnante che fa la lezioncina sulle dieci domande dei colloqui, ma un allenatore. Cosa fa un allenatore nel metodo ReColl?

Due: Costruisce insieme a te, in inglese, una simulazione di colloquio, il più possibile vicina a quella reale sulla base delle tue reali e personali esigenze.

Tre: Nel metodo ReColl, il coach vive insieme a te quella simulazione, facendoti da “sparring partner” una, dieci, cento volte. La ripetizione dell’esperienza è cruciale, perché ti consente di immergerti nella situazione specifica, vivendola piuttosto che studiandola dal punto di vista intellettuale (e sappiamo bene che nel colloquio “vero”, quello decisivo, non conta poi tanto aver memorizzato formule o risposte standard, quanto piuttosto come e quanto sei in grado di interagire: come ti comporti, in sostanza).

Quattro, il coach ti dà un “feedback”, ti aiuta a riflettere e ad interpretare correttamente la TUA situazione, e quando serve…ti dice cosa puoi cambiare e ti aiuta a farlo! Anche lavorando sulla voce, sul corpo, o perché no?, sulle tue convinzioni e punti di vista.

Last but not least: nel metodo ReColl, tutto questo è fatto in lingua, non in italiano. Così, mentre cerchi la chiave nel posto giusto, migliori anche il tuo inglese!

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Fai un’esperienza!

Ovviamente, tutto quello che hai letto fin qui non è che “teoria”, parole che cercano di illustrarti un metodo e la ragione per la quale questo metodo può metterti in mano la chiave per superare il colloquio di lavoro in inglese che ti attende, tra settimane o mesi. Per comprendere se questo metodo ti può veramente essere utile devi, ovviamente, farne esperienza diretta. Se sei incuriosito/a, se pensi che sia questa, la chiave per aprire il portone, per prepararti al tuo colloquio in inglese, prenota una sessione gratuita di coaching:

cinquanta minuti in Provincia di Perugia, per fare una prova gratuita e decidere se il coaching linguistico è la chiave che ti serve per aprire la porta del colloquio in inglese.

In bocca al lupo e…attenzione con l’alcool!

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AngeloFanelli

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